Tra il 1559 e il 1565 venne a Roma un Goto con un libro antichissimo che dava indicazioni su una reliquia romana, una piccola scultura che teneva una cornucopia nella mano sinistra e l’indice della destra puntato verso terra.
Secondo il millenario libro il punto additato dalla manina era custode di straordinarie gioie. Lo straniero osservò tutti i ruderi romani fino a quando, sei mesi dopo,trovò la figuretta sotto l’arco degli “argentarii”. Dal papa Pio IV si fece dare la dispensa di scavo e, aiutato da uno scalpellino, aprì una buca. Trovò una porta che immetteva in un ingresso umido. Vi entrò trepidante, ma la porta si chiuse e del Goto più nessuna notizia.
Si vociferò che l’improvvisato archeologo avesse davvero trovato il tesoro e, siccome ne doveva dare il novanta per cento alla Chiesa, fosse riuscito a squagliarsela attraverso un’altra uscita.