Improvvisamente si offrì al governo italiano l’occasione di impossessarsi di Roma. L’occasione fu data dalla guerra franco-prussiana e dalla caduta di Napoleone III, che eliminò il più grosso ostacolo alla conquista di Roma.
Il governo italiano inviò contro Roma e contro il papa un corpo armato. La breccia fu aperta dall’artiglieria italiana il mattino del 20 settembre 1870 con cannonate eseguite con pezzi da nove; alle ore dieci i cannoni smisero e il drappello del XII Bersaglieri cominciò ad avanzare di corsa sotto il fuoco degli zuavi pontifici, e caddero morti il maggiore Pagliari e il tenente Valenziani. Alle dieci e trenta la breccia era conquistata e un parlamentare pontificio annunciò la resa.
Per la Chiesa la perdita di Roma significò la fine del suo più che millenario potere temporale. Per regolare i rapporti dello stato italiano con la Chiesa di Roma, nel 1871 fu fatta la legge delle “guarantigie”, cioè delle garanzie che, insieme ad una rendita annua di tre milioni di lire, l’Italia offriva al papa per la sua indipendenza e sovranità spirituale.