Nel 1848 il palazzo divenne sede del Parlamento e il 15 novembre di quell’anno fu teatro dell’assassinio del ministro dell’Interno Pellegrino Rossi. Mentre si accingeva a entrare in Parlamento, il ministro venne pugnalato alla gola da un sicario rimasto anonimo, ma da molti individuato nel figlio di Ciceruacchio, Luigi Brunetti. Questi, iscritto alla Carboneria e alla Giovine Italia di Mazzini, con l’avvento di papa Pio IX aveva cominciato ad organizzare dimostrazioni popolari.
Nonostante Pio IX inaugurasse il suo pontificato con aperture riformistiche (amnistia, costituzione di un governo aperto ai laici e di una Guardia Civica…), rimase alieno dall’assumere la guida della rivoluzione nazionale, posizione che sancì con la allocuzione del 29 aprile 1848 a proposito della guerra all’Austria.
La reazione dei radicali travolse i moderati. Pellegrino Rossi, succeduto a Marco Minghetti, fu, appunto, trucidato a Roma.