Nella seconda metà del Settecento il Carnevale Romano richiama il fior fiore dell’aristocrazia europea, in onore della quale si moltiplicano feste e banchetti, gustosi e magnifici. Nei grandi palazzi, oltre ai balli in maschera, si gioca la bazzetta, il goffo, il faraone, la zecchinetta, e tanti altri giochi d’azzardo, durante i quali molti nobili si rovinarono, gettando al tavolo come posta intere e prestigiose residenze.
La cosa aveva raggiunto una tale gravità che il pontefice Benedetto XIV fu costretto ad intervenire con disposizioni severe per impedire ai giocatori, spesso anche alti prelati, di ridursi sul lastrico.