Rifuggendo da ogni mondanità Vittoria Colonna recitò per tutta la vita, con profonda convinzione, il ruolo della sposa fedele e inconsolabile, poetessa e letterata per diletto, alla quale solo la fede poteva offrire conforto, sorda alle maldicenze sulla infedeltà del marito guerriero Francesco d’Avalos, morto nel 1525 quando lei aveva trentaquattro anni.
Influenzata dalla dottrina di Juan de Valdès, secondo cui la salvezza dell’anima si sarebbe potuta conquistare con la sola fede e non attraverso pratiche religiose esteriori, Vittoria Colonna instaurò un profondo legame con Michelangelo.
L’artista, più grande di diciassette anni, rimase colpito dalla forza del suo credo e dalla sua severità morale. Il riformismo di Vittoria Colonna fece breccia nel cuore di Michelangelo proprio quando si apprestava a realizzare il Giudizio Universale. L’artista le dedicò alcune sue Rime e la ritrasse inserendola tra i personaggi del grande affresco per la Cappella Sistina.